Un infinito grazie ai nostri colleghi eroi
La nostra Cooperativa sta ricercando professionisti infermieri che in modo stabile esercitino la professione all’interno dei servizi accreditati, come le case residenza, i punti prelievo, i centri diurni e residenziali per anziani e disabili. Già da prima della pandemia la situazione degli organici era instabile, ma ha avuto un netto aggravamento in relazione alle necessità sanitarie all’interno degli ospedali, dovuto ai ricoveri e all’apertura di reparti specifici per la cura intensiva di persone con criticità improvvise determinate dall’infezione da SARS COV 2.
Per molti mesi, sulle cronache dei giornali i professionisti sanitari sono stati appellati “eroi”, ritraendo personale stanco, triste, in molti casi ammalato in corsia, per garantire la vigilanza in reparti pieni di pazienti e deserti di personale.
Qual è l’immagine di questi professionisti nei servizi sociosanitari, viene da chiedersi…
Colgo l’opportunità di provare a descriverlo con queste poche righe.
I miei colleghi infermieri hanno agito in modo consapevole, restando a lavorare nel servizio in cui erano, a supporto dei residenti. Hanno agito in modo autonomo: la decisione di un intervento sanitario è un processo complesso che gli infermieri che lavorano in questo ambito hanno sviluppato in modo approfondito; hanno agito in modo responsabile, dilazionando e procrastinando le ferie e i riposi per dare una risposta di salute ai residenti. I miei colleghi infermieri, sostenuti da un insieme di valori di solidarietà e da una radicata etica professionale, hanno promosso la vaccinazione come misura primaria di prevenzione. I miei colleghi infermieri sono stati parte attiva nell’organizzazione, hanno promosso la cultura del prendersi cura rendendosi esempio per gli studenti del corso di laurea in infermieristica, motivandoli all’esercizio professionale nonostante le difficoltà della carenza di personale; i miei colleghi infermieri hanno continuato a svolgere le attività trovando un modello organizzativo che nonostante le risorse ridotte garantisse il più grande obiettivo: la sicurezza delle cure.
I miei colleghi Infermieri hanno accolto nuovi colleghi, li hanno formati, affiancati e responsabilizzati.
Hanno insegnato loro l’integrazione professionale, chiedendo aiuto e supporto alle altre figure dell’equipe.
Ma i miei colleghi infermieri non sono mai stati soli…
I miei colleghi oss hanno accolto le nuove organizzazioni, i tempi diversi, le attività rimodulate. Hanno sostituito colleghi assenti nel loro servizio o si sono messi a disposizione di altri per garantire assistenza ai residenti.
I miei colleghi oss hanno collaborato con spirito di iniziativa, hanno sostenuto i processi di inserimento di nuovo personale, hanno attuato gli interventi pianificati nei PAI: i miei colleghi oss hanno osservato problemi e li hanno riferiti, hanno misurato parametri e hanno permesso di arrivare a dare la giusta assistenza, hanno registrato dolore e hanno permesso di dare sollievo. I miei colleghi oss si sono posti “domande sorprendenti” e i miei colleghi infermieri hanno potuto fermarsi e riflettere per riconoscere la giusta importanza del gesto assistenziale e sostenere la famiglia.
I miei colleghi coordinatori responsabili delle CRA e dei centri disabili, garanti del benessere dei residenti, si sono occupati delle riorganizzazioni procedurali derivanti dalle norme per gli isolamenti e gli accessi ai servizi di tutti i visitatori, ma hanno anche dispensato pasti, spostato letti e isolato nuclei con creatività innovativa dal mattino al pomeriggio… hanno fatto attività di animazione e sono preoccupati di creare gruppi social coi famigliari e si sono anche occupati di rendere disponibili i vaccini all’interno dei servizi mantenendo vivo ed efficiente l’elemento di collegamento con la direzione socio sanitaria del distretto. I colleghi responsabili delle attività assistenziali hanno sostenuto i gruppi di lavoro, rielaborato le attività della giornata assistenziale, senza prescindere dai valori della persona assistita: hanno regolarmente pianificato gli incontri di equipe finalizzati a definire le strategie migliori all’interno del progetto individuale per ogni residente.
I miei colleghi animatori hanno continuato a curare la relazione mettendo a disposizione di ciascun residente, secondo le proprie capacità, i dispositivi che potevano aiutarli a mantenere la relazione con i familiari: hanno organizzato tombole nei nuclei di isolamento, hanno proposto attività specifiche per dare un senso alla giornata quando era difficile mantenere una finalità a tutte le azioni della giornata; hanno sostenuto alto il valore della persona, aiutando il gruppo di lavoro a restare unito
I miei colleghi fisioterapisti hanno rinforzato le capacità motorie anche dei residenti isolati a causa dell’infezione, hanno collaborato nell’applicazione degli interventi, hanno curato la relazione coi famigliari offrendo ascolto e facilitando la comunicazione tra i ruoli.
I miei colleghi si sono prestati alle attività necessarie, al di là del loro profilo specifico, per garantire il benessere di persone travolte dalla solitudine che ha caratterizzato la pandemia.
E al centro di questi esempi di resilienza, ci sono i residenti stessi, che si sono prestati a controlli medici, hanno accettato la separazione dagli altri, si sono fidati di nuove mani che sono arrivate a sostenerli, hanno accettato la lontananza dei famigliari, hanno imparato a riconoscere i nostri sorrisi leggendoli dagli occhi, a volte davvero provati da questi tempi.
Se io fossi un infermiere neo laureato, consapevole della bellezza dell’arte infermieristica, vorrei lavorare con i miei colleghi oss e infermieri, perchè per esprimere cura, occorre provarla sulla propria pelle, per garantire ascolto, è necessario essere ascoltati, per risolvere problemi è necessario lavorare in equipe: insieme.
Forse è proprio questa la motivazione più grande, lavorare facendo la differenza per qualcuno, che diventa il nostro eroe.
Federica Davolio – Responsabile Settore Sanitario Domus Assistenza